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Una pietra miliare: La penetrazione dello SVOD e del DVR è ora alla pari

3 minuti di lettura | Giugno 2016

In questi giorni si è parlato molto del crescente business dei video on demand su abbonamento (SVOD), sia che si tratti di reti che cercano di vendere i diritti di streaming di serie televisive popolari, sia che si tratti di studios che creano offerte acclamate dalla critica che passano direttamente dallo studio ai servizi SVOD. Per questo motivo, conoscere il modo in cui i consumatori adottano, interagiscono e utilizzano le piattaforme e i dispositivi è fondamentale per il settore, affinché gli operatori di questo spazio possano operare in modo efficiente.

Secondo i risultati presentati nel primo trimestre 2016 del Total Audience Report di Nielsen, i servizi SVOD hanno raggiunto una pietra miliare. Per la prima volta, la penetrazione di questi servizi negli Stati Uniti ha raggiunto quella dei DVR. Infatti, la metà delle case statunitensi ha accesso a servizi SVOD, come Netflix o Hulu, eguagliando la penetrazione dei DVR negli Stati Uniti.

La penetrazione dello SVOD è aumentata costantemente nell'ultimo anno, a dimostrazione del fatto che gli spettatori continuano a desiderare di controllare ciò che guardano e quando lo guardano. E in molti casi, questo significa che è meglio avere più opzioni di riproduzione. Infatti, quasi il 30% delle case possiede sia un DVR che l'accesso a SVOD, con un aumento di quasi il 20% rispetto all'anno scorso.

Può mai esserci troppo di una cosa buona? Per gli spettatori digitali, la risposta a questo enigma shakespeariano è un sonoro "No!". Secondo il recente rapporto, gli utenti più assidui dei dispositivi digitali rappresentano la stragrande maggioranza dell'utilizzo complessivo di ciascun dispositivo o piattaforma. Con l'aumento della penetrazione e dell'utilizzo dei dispositivi digitali, i marketer e gli inserzionisti dovrebbero prenderne atto.

Infatti, l'incredibile 83% della visione di video da smartphone, l'87% dello streaming da PC a casa e il 71% dell'utilizzo di dispositivi connessi alla TV provengono dal 20% degli utenti. Questo dimostra che i comportamenti più piccoli, effettuati da un numero minore di persone, tendono a concentrarsi maggiormente tra gli utenti più assidui.

Se si considera la razza/etnia, gli stessi comportamenti sono ancora validi. Tra gli ispanici, il 20% degli utenti rappresenta ben il 92% delle visualizzazioni di video da smartphone. Gli asiatici-americani sono al secondo posto con l'89% e i neri seguono a ruota con l'88%.

Il comportamento di utilizzo della televisione e della radio è diverso tra il 20% degli utenti a causa dell'ampia portata e disponibilità di entrambe le piattaforme. La loro distribuzione sembra invece più equilibrata, con gli utenti più assidui di TV e radio che rappresentano circa il 50% dell'utilizzo totale. Entrambi i mezzi di comunicazione detengono ancora il primato per quanto riguarda la portata mensile: La radio AM/FM attira 240 milioni di utenti adulti e la TV in diretta + DVR/spostata nel tempo ne attira 226 milioni.

Le persone trascorrono più tempo con le nuove tecnologie. L'uso quotidiano di tablet e smartphone è aumentato rispettivamente del 63% e del 60% tra gli adulti rispetto allo scorso anno: l'uso dei tablet è aumentato di 12 minuti e quello degli smartphone di 37 minuti.

Sebbene il tempo trascorso utilizzando dispositivi tradizionali come la televisione sia rimasto costante, l'attenzione dei consumatori continua ad espandersi. Questo non significa che i consumatori ignorino le forme tradizionali di media: le piattaforme tradizionali continuano infatti a rappresentare la maggior parte dell'utilizzo dei media.

La rapida crescita dei nuovi media è indicativa di un palato mediatico in evoluzione. Con un numero sempre maggiore di scelte a disposizione dei consumatori, sta diventando sempre più importante per i marketer e gli inserzionisti comprendere i comportamenti ad esse associati.

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